Come sapete su DS approfondiamo tanti argomenti interessanti. Uno tra questi è l’utilizzo di dolcificanti.
Quante volte sentiamo affermazioni come questa: "Non uso zucchero bianco, ma solo zucchero di canna, dolcificanti o miele.’’
Eh si, perché in un mondo dove la salute e il benessere sono diventati una priorità, circola ancora il falso mito che i dolcificanti siano una valida alternativa allo zucchero, per limitarne i danni.
Ma non è così! Questi sostituti, spesso lodati per la loro assenza di calorie e per il minor impatto sulla glicemia a breve termine, sembrano promettere una dolcezza senza colpa. Tuttavia, dietro questa facciata di "salute", si nasconde una realtà complessa che merita attenzione.
Infatti, fuori da DS, si parla solo di calcoli di calorie senza considerare l'effetto dei dolcificanti sul nostro cervello e sul nostro comportamento alimentare.
Invece, indipendentemente dal tipo - che siano eritritolo, stevia, sciroppo d'agave o d’acero, xilitolo, fruttosio ecc. - i dolcificanti hanno tutti l’effetto di stimolare i centri nervosi del piacere nel cervello in modo simile o addirittura superiore rispetto allo zucchero stesso.
Questa stimolazione cerebrale è il punto focale da cui dobbiamo partire nel dibattito sull'uso dei dolcificanti!
Il pericolo non risiede tanto nella loro composizione chimica, quanto nella reazione che scatenano nel nostro corpo e nella nostra mente. L'abitudine all'uso dei dolcificanti può perpetuare il desiderio di dolci, creando una sorta di dipendenza zuccherina che può essere difficile da sradicare.
Di fronte a questa realtà, il nostro consiglio non può che essere quello di ridurre il più possibile l'uso dei dolcificanti, proprio come si fa con lo zucchero. Invece di cercare soluzioni rapide e apparentemente senza colpa, è importante educare il nostro palato e il nostro cervello a gustare la vera dolcezza degli alimenti naturali, senza ricorrere a surrogati che possono ingannare il nostro benessere a lungo termine.
Questa riduzione dovrebbe essere graduale, per evitare stress e ricadute. È un processo che richiede tempo e impegno, ma i benefici per la salute a lungo termine sono degni di essere perseguiti.