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Cibo e tiroide

Guardatevi allo specchio. Dove il collo si unisce al torace c’è una piccola cavità anatomica. Se la fossetta non c’è più, due sono i motivi. Avete una abbondante strato adiposo sottocutaneo o avete un aumento del volume della tiroide.

La tiroide è una ghiandola vitale, è posta alla base del collo a ridosso della laringe e della trachea. La donna, più dell’uomo, è esposta ad una alterazione della funzione tiroidea con un aumento del suo volume perché ha la necessità fisiologica di assumere una maggiore dose giornaliera di iodio, un elemento chimico che trae il suo nome dalla parola greca “ ion ” ,che tradotta significa viola. Il colore dello iodio è viola! Il fabbisogno giornaliero di iodio della donna in età fertile è di 150 microgrammi (μg) che sale a 200 μg durante la gravidanza e l’allattamento. Per un bambino è di 90 μg , per un adolescente 120 μg , per un uomo adulto 130 μg.

IL GOZZO

Un microgrammo (μg) è un milionesimo di grammo. Quindi la richiesta di iodio varia secondo il sesso e l’età, ma è una dose limitata. Se però manca, si hanno gravi patologie. Lo iodio è un elemento chimico essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei (fT4, fT3), responsabili di innumerevoli azioni fisiologiche e biochimiche. Il 90% dello iodio entra nel corpo umano con la alimentazione giornaliera, il 10% arriva con l’acqua. Per conoscere la presenza dello iodio negli alimenti invito a leggere la tabella nutrizionale, posta al termine di queste righe.

E’ elevato il rischio di una carenza di iodio perché cibi raffinati, diete ipocaloriche basate sul calcolo giornaliero delle Calorie (metodo superato dal metodo molecolare), alimenti ottenuti con sistemi di allevamento e di produzione intensiva possono fornire dosi insufficienti di iodio. Quando la carenza di iodio scende sotto 40 μg al giorno, compare il gozzo: aumento patologico del volume della tiroide. Si calcola che in Italia siano colpite da gozzo almeno 5-6 milioni di persone, talvolta senza una loro piena consapevolezza. Ciò è dovuto ad una insufficiente quantità di iodio nell’organismo.

Il numero delle persone colpite è davvero molto alto e la tendenza è al rialzo perché l’attuale alimentazione italiana risulta carente di iodio. Questa condizione è sottovalutata, è possibile integrare lo iodio usando il sale iodato. Manca però una coscienza consapevole del ruolo dello iodio nella prevenzione della patologia tiroidea. Usando la dose giornaliera giusta di iodio, 5 grammi di sale iodato nel condimento a crudo e mai in cottura, si ha l’apporto di circa 80 μg di iodio, dose idonea a compensare la carenza iodica derivata dalla normale alimentazione. Accanto ad una insufficiente assunzione giornaliera di iodio vi sono abitudini di vita in grado di alterare l’assorbimento e l’utilizzo dello iodio da parte della tiroide, come il fumo con i suoi tossici tiocianati e l’uso prolungato degli anticoncezionali. L’eccesso di calcio nelle acque di falda troppo dure, con una durezza totale superiore a 50 gradi francesi (il grado francese esprime la concentrazione di calcio e di magnesio in un’acqua) limita l’assorbimento dello iodio.

Alcuni alimenti possiedono naturali sostanze gozzigene limitanti l’assorbimento intestinale dello iodio (tiocianati, tiouree) come cavolfiore, cavolo verza, cappuccio rosso e cavolini di Bruxelles, broccoli, rape, crescione e senape. Anche il suolo dove vengono coltivati gli alimenti vegetali può influenzare la quantità di iodio che arriva all’interno del corpo umano. Lo iodio può essere carente nei terreni per causa geologica, tanto da non essere assorbito dai vegetali, compromettendo tutta la filiera alimentare locale. Per questo motivo in Italia esistono precise zone geografiche colpite da gozzo, nanismo, cretinismo endemico e altre patologie da carenza di iodio.

LO IODIO E LA DONNA

La donna è più colpita da carenza iodica perché ha un particolare rapporto fisiologico con la tiroide. Gli estrogeni femminili agiscono favorendo la eliminazione urinaria dello iodio. Inoltre lo iodio viene eliminato anche attraverso il sangue mestruale. Cosicché una maggiore eliminazione dello iodio deve essere compensata da un aumento della sua assunzione attraverso una giusta alimentazione. Il bilancio nutrizionale tra entrata e uscita dello iodio dall’organismo femminile in età fertile deve essere sempre in equilibrio. Se la assunzione alimentare di iodio è carente porta ad un bilancio negativo con la comparsa del gozzo ipotiroidismo e di altre gravi patologie, in particolare durante la gravidanza. Una grave carenza di iodio in gravidanza è un fattore di rischio per il bambino che può essere colpito nelle funzioni intellettuali (cretinismo), di sordomutismo, da paresi spastica e da nanismo. La carenza di iodio è così facile da prevenire che sarebbe davvero un delitto lasciare che un solo bambino possa nascere mentalmente handicappato per carenza iodica. E’ necessario conoscere la dose di iodio contenuta negli alimenti. La prima prevenzione delle malattie tiroidee la si fa a tavola. La salute della tiroide sta nel piatto quotidiano. Sta a noi scegliere gli alimenti ricchi iodio. Consiglio di usare il sale iodato ogni giorno.

IODIO NEGLI ALIMENTI

(contenuto di iodio μg in 100 gr alimento)

Cozze 110 μg, Aragosta 80 μg, Palombo,Vongole, Acciughe, Baccalà 54 μg, Spinaci 41 μg, Merluzzo, Dentice, Sogliola 30 μg, Riso integrale 20 μg, Funghi freschi 18 μ, Uova 14 μg, Bietole, Carote, Mela 8 μg.

CK-UP TIROIDE

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TSH

fT4

fT3

ANTICORPI ANTI –TIROIDE

(anti TG, anti TPO, anti TR)

CALCITONINA

ECOGRAFIA TIROIDEA

 

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Dieta Social Magazine n. | Editore: Media Share srl - Via Marco Polo 55 - Rende (CS) | Direttore responsabile: Stefania De Napoli | Reg. Stampa Trib. CS n° 1/2020 - Settimanale | ISSN 2724-3044

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