Mangiare mirtilli aiuta a mantenere giovane il cervello. Proteggono vene, occhi, cuore, vescica. E rallentano il declino cerebrale. È quanto emerso dal Congresso dell'American Chemical Society a Boston: secondo la ricerca i polifenoli (molecole antiossidanti dai riconosciuti effetti benefici) e in particolare i flavonoidi contenuti in alta percentuale nei mirtilli (presenti anche in altri vegetali rossi o blu, ma in quantità inferiore), attivano il naturale processo di "pulizia" del cervello dalle tossine, responsabili della perdita di memoria e del declino mentale. Come intervengono? Nel cervello, tossine e altri rifiuti molecolari tendono ad accumularsi ma, grazie al lavoro della microglia (cellule "protettive" in continuo movimento nel cervello alla ricerca di neuroni danneggiati, placche e agenti infettivi), queste scorie vengono rimosse e smaltite: i frutti di bosco e i mirtilli, in particolare, proteggono e attivano la microglia e la spronano a svolgere il proprio lavoro. I mirtilli devono essere mangiati con la buccia, meglio freschi, ma anche quelli surgelati possono essere una valida alternativa.
LE VIRTÚ DEGLI ANTOCIANI
Una tazza al giorno aiuta a prevenire numerose patologie. L'American Journal of Clinical Nutrition sostiene che i mirtilli proteggono dall'ipertensione, con una riduzione del 10% dei valori, se si mangia almeno una porzione di frutti di bosco a settimana, mentre riduce all'8% la probabilità di ammalarsi di ipertensione. Tutto merito degli antociani (dal greco anthos, fiore, e kyáneos, blu) contenuti nei mirtilli in grande quantità, ma anche in fragole, more, cavolo rosso e uva nera. Gli antociani, o antocianine, sono coloranti idrosolubili fenolici appartenenti alla famiglia dei flavonoidi che, se assunti regolarmente e in grande quantità, proteggono il sistema vascolare, prevengono i capillari fragili, le vene varicose e le emorroidi. Riducono , inoltre, il rischio di malattie cardiache, arteriosclerosi e ictus, migliorano la vista e la capacità dell'occhio di adattarsi all'oscurità. Ma non solo. Prevengono le infezioni urinarie impedendo ai germi di aderire alla superficie esterna del tratto urinario: così i batteri presenti non si possono insediare e vengono espulsi con l'urina. Una recente ricerca, ha rilevato che sia l'estratto secco sia il succo di mirtillo hanno ridotto del 20% le recidive delle infezioni urinarie.
COME SI CONSUMANO
Sono tante le modalità. Freschi da raccolta spontanea, coltivati, essiccati, surgelati, ridotti in succo o marmellate. Qualunque preparazione si scelga va bene perché il principio attivo del mirtillo non si degrada con il calore o l'essiccazione. Ma attenzione alle preparazioni dolcificate, meglio prediligere i centrifugati o i frullati non zuccherati e fatti in casa. Il pregio dei trattamenti a base di mirtillo fresco, surgelato, in succo o estratto è quello di non avere effetti collaterali e di essere ben tollerato. Il difetto? Il costo, non proprio economico. Per ovviare a questo inconveniente si può integrare la dieta con una parte di mirtillo e una parte di frutti di bosco in genere, prugne e uva nera con la buccia, ravanelli rossi.