C'è chi vorrebbe bandirlo dalle nostre tavole e chi invece, pur raccomandandone un consumo limitato, tranquillizza sulla sua non tossicità. Stiamo parlando dell'olio di palma, un grasso vegetale prodotto su larghissima scala, soprattutto nelle regioni umide del pianeta come Indonesia, Malesia e America Latina. È utilizzato per la realizzazione di moltissimi prodotti sia alimentari sia per l’igiene personale, oltre al biodiesel.
CHE COS'È?
L'olio di palma è un grasso di origine vegetale estratto dai frutti dell'albero della palma; da non confondere con quello ottenuto dal nocciolo e dal seme della palma che si chiama olio di palmisto e ha proprietà e colore differenti. Nel 2007 ha rappresentato il secondo olio commestibile più diffuso: dopo esser diventato il principale ingrediente dei saponi, è divenuto infatti anche un ingrediente alimentare, fino a diventare l’olio vegetale più usato al mondo. Attualmente, la Malesia produce quasi il 40% dell’olio di palma d’importazione nel mondo. Se non viene raffinato, è arancione perché ricco di betacarotene e ha una percentuale di grassi saturi non idrogenati pari al 50%, che lo rende quindi semi-solido a temperatura ambiente. Durante la raffinazione, però, i carotenoidi e gli antiossidanti vengono distrutti dalla bollitura, che prevede anche sbiancatura e deodorazione. L’olio diventa dunque color giallo/ biancastro e ne rimangono solo i grassi saturi. A questo punto è pronto per l’industria alimentare.
I SUOI USI NELL'INDUSTRIA
L'olio di palma viene utilizzato dall’industria alimentare per varie motivazioni: ha un basso costo ed è l'unico grasso capace di resistere alla temperatura senza deteriorarsi e irrancidire. Non solo: ha un’ottima resistenza all’ossidazione, è un grasso solido come il burro e quindi rende gli alimenti cremosi, ma senza influenzare i sapori. Permette anche di conservare i cibi più a lungo e conferisce solidità al prodotto a temperatura ambiente. Infine, utilizzando l'olio di palma in prodotti da forno non si deve ricorrere all’alcool per prevenire muffe. Oltre a essere impiegato come stabilizzatore, conservante e ammorbidente nell'industria alimentare, viene utilizzato anche nei prodotti cosmetici per la cura del corpo e la pulizia della persona, quali saponi, creme e shampoo.
MANGIARLO FA BENE O FA MALE?
Numerosi studi confermano che il consumo abituale di olio di palma tende ad aumentare in modo significativo la concentrazione di grassi nel sangue, dal colesterolo ai trigliceridi, innalzando l’indice di mortalità per patologie cardiovascolari. Il suo utilizzo incrementerebbe la concentrazione di sostanze infiammatorie nel sangue fino a favorire lo sviluppo di patologie cardiovascolari, aterosclerosi, diabete e alcune forme tumorali. Uno studio recente pubblicato dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), inoltre, segnala che a temperature superiori ai 200° C non solo l’olio di palma, ma anche altri oli vegetali (come cocco, arachidi, colza, mais e girasole), sviluppano sostanze che, ad alte concentrazioni, risultano genotossiche, ovvero possono mutare il patrimonio genetico delle cellule. Queste sostanze sono i glicidil esteri degli acidi grassi (GE) che si sviluppano dal precursore glicidolo, cancerogeno, il 3-monocloropropandiolo (3- MCPD), tossico per i reni e i testicoli e il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD), sospettato di essere tossico, ma di cui non ci sono ancora dati sufficienti. In particolare, l'utilizzo continuativo dell'olio di palma raffinato causerebbe:
- ipercolesterolemia
- aumento dei fattori di rischio cardiovascolare
- coronaropatia
- pancreatite
- diabete mellito
- stress ossidativo a livello cellulare
- obesità
GLI EFFETTI SULL'AMBIENTE
L'olio di palma ha anche un forte impatto sull'ambiente, tanto che la sua coltivazione è considerata poco sostenibile. In alcune aree geografiche, infatti, prima di poter coltivare la palma da olio si è dovuto drenare il terreno e bruciare ettari di foresta con notevole impatto ambientale e sull’effetto serra, causando anche la scomparsa dell’80-100% delle specie animali che le abitavano. Insieme all’industria del legno, è la maggiore responsabile della deforestazione nel sud-estasiatico, in particolare Malesia e Indonesia. Oggi si sente parlare di olio di palma certificato e di olio di palma sostenibile, ma non è chiaro il significato di questi appellativi.