Dichiarare guerra alla malattie reumatiche non è affare semplice, né da improvvisare al momento. È impensabile, infatti, contrastarne la comparsa se non si abbraccia uno stile di vita sano, caratterizzato da regolare attività fisica e corretta alimentazione. La carta vincente per prevenire e combattere osteoporosi, artrite reumatoide e fibriomalgia si gioca a tavola: mangiare sano aiuta a mantenere in salute le articolazioni e influenzare il loro andamento.
LA DIETA ANTIOSTEOPOROSI
Un ruolo cruciale è rivestito dal calcio, da assumere più volte al giorno, ma in piccole dosi, perché il nostro intestino non riesce ad assorbirne più di 500 mg alla volta. A prevenire la malattia dello scheletro che porta a fragilità ossea e ad un aumentato rischio di fratture, affliggendo ben 5 milioni gli italiani, sono anche pesce e verdure, specie quelle verdi, più ricche di calcio, che hanno un’azione antiossidante e alcalinizzante che si riflette positivamente sul bilancio osseo. Senza dimenticare alcuni frutti secchi e semi, buona fonte del minerale. Bisogna evitare anche le diete troppo severe: bruschi cali di peso favoriscono la perdita di massa ossea ed essere sottopeso è un fattore di rischio per le fratture. Un’altra amica delle ossa è la vitamina D, sintetizzata nella pelle grazie ai raggi ultravioletti della luce solare e assunta tramite alcuni alimenti o integratori.
ALIMENTI AMICI DELLE OSSA
- Latte e latticini (yogurt e formaggi);
- Latte "ad alta digeribilità" (delattosato);
- Bevande vegetali arricchite di calcio (latte di soia, di riso etc.);
- Pesci: latterini, alici (da mangiare con tutta la lisca), polpi, calamari e gamberi;
- Frutti e semi: arachidi, pistacchi, noci, mandorle, nocciole, fichi secchi, semi di lino, chia e di sesamo;
- Verdure: broccoletti, indivia, radicchio, carciofi, spinaci e cardi;
- Per la vitamina D: olio di fegato di merluzzo, pesci grassi (aringhe, tonno, sgombri), tuorlo d'uovo
LA DIETA DELL'ARTRITE REUMATOIDE
Modificare la composizione dei pasti e ridurre il peso: sono queste le strategie consigliate ai circa 300/350 mila italiani colpiti da questa malattia autoimmunitaria infiammatoria cronica. Via libera in tavola a cibi freschi. La dieta mediterranea, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e protettive del sistema cardiovascolare, è in grado di ridurre l’attività della patologia, nonché il dolore e la rigidità articolare che affliggono i pazienti. Un’alimentazione mirata può contribuire a colmare le carenze che seguono alcune terapie capaci di influire sull’appetito, sulla digestione e sull’assorbimento dei nutrienti, causare iperglicemia e determinare una iperomocisteinemia (concentrazione elevata nel sangue dell’omocisteina, amminoacido considerato fattore di rischio cardiovascolare e cerebrovascolare). Di aiuto anche la supplementazione con olio di pesce e omega 3, che riducono l’infiammazione e quindi l’uso dei farmaci antinfiammatori non steroidei.