Il nome deriva dal greco βασιλεύς (basileus) "re", e - in latino - basilicum, "reale", per la grande rilevanza conferita a questa erba. Come erba aromatica fresca si usa per le insalate, con pomodori maturi, zucchine, aglio, frutti di mare, pesce, uova strapazzate, pollo, coniglio, anatra, insalate di riso, zuppe, pasta e salse (salsa di pomodoro, ad esempio).
Stiamo parlando del basilico. Una pianta difficile da abbinare ad altre erbe aromatiche come il prezzemolo, il timo e il rosmarino. Si utilizza preferibilmente crudo perché non tollera le lunghe cotture che ne fanno rilasciare molecole tossiche quali estragone ed estragolo, e ne attenuano il profumo. Anche nella salsa di pomodoro è bene mettere basilico solo alla fine della cottura e mai far bollire pomodoro con basilico insieme. Quando le foglie di basilico sono consumate crude non c’è alcun pericolo di intossicarsi con estragone ed estragolo.
Un consiglio: prendete le foglie di basilico da una pianta alta almeno 10 cm, perché una pianta piccola sotto i 10 cm contiene nelle sue foglie, anche rude, le molecole tossiche scritte prima.
Nelle pietanze calde va aggiunto appena prima di servirle per conservare un sapore vivo e fresco. In frigorifero si può conservare al massimo per due giorni, bene avvolto in un canovaccio da cucina. Da secco perde completamente il suo profumo, conviene piuttosto congelarlo. Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l'olio essenziale e per liberare meglio l'aroma.