La parola inglese “Regrowing” significa “Rinnovabile”, “Ricrescita” e nel campo agricolo indica la capacità di produrre ortaggi e verdure a partire dai loro scarti. Possiamo farlo nel nostro giardino, sulle nostre terrazze o persino sul davanzale della nostra finestra per ridurre lo spreco di cibo che, purtroppo, è sempre più frequente nelle nostre cucine. Cosa ci occorre?
Quasi nulla. Abbiamo bisogno della parte finale di un ortaggio dotata di radici e di un contenitore, possibilmente trasparente per poter valutare la crescita, riempito di acqua.
Dobbiamo mettere lo scarto dell'ortaggio di nostro interesse nel contenitore con acqua facendo attenzione che le radici siano ben immerse, posizionarla in modo tale che possa prendere un po’ di sole senza esporla a temperature troppo alte o troppo basse e cambiare l’acqua giornalmente per una settimana o dieci giorni.
Trascorso questo tempo dobbiamo mettere la pianta in un vaso con del terriccio e innaffiarlo regolarmente.
Non tutti gli ortaggi si prestano a questa tecnica e alcuni sono più complicati da coltivare rispetto ad altri.
Quali sono quelli più facili da coltivare grazie al regrowing?
Il cipollotto, la lattuga, il porro e le patate. Molto semplice è anche far “ricrescere” piante aromatiche come il sedano, il basilico e la menta!
Qual è il vantaggio di questo metodo? Innanzitutto, è utile per ridurre gli scarti, ci evita di dover andare continuamente dal fruttivendolo e quindi ci consente di risparmiare anche economicamente, ma soprattutto, ci consente di consumare verdura e ortaggi freschi e genuini!
Avete mai prodotto verdure o ortaggi tramite il regrowing? Raccontateci le vostre esperienze!