Hai mai pensato che prima di una abbuffata incontrollata, prima di quel raptus che ti porta ad aprire il frigorifero e far fuori tutto quello che ti capita, c’è un momento preciso?
Si, c’è un momento preciso, un momento “x“. Che dà il via a tutto quello che verrà dopo. Alla nostra perdita di controllo.
Lo spazio di quei pochi minuti è la chiave di tutto. Un tempo brevissimo che basta a farci piombare in un terribile senso di colpa, per aver fallito ancora.
Ma hai mai provato a pensare che in quel momento ”x” avevi sicuramente un bisogno? E il cibo ne era la più ovvia consolazione?
Probabilmente era troppo faticoso fermarti a riflettere, non ti interessava dare un nome a quel bisogno. Il cibo ti sembrava proprio ciò che ci voleva per placare quel bisogno.
E poi, ciò che rimane della tua abbuffata è solo la rabbia contro te stesso, il senso di colpa che comincia a pervaderti e a farti male.
Ma solo se invece ti fermerai finalmente a dare un nome a quella impellente necessità, forse riuscirai a interrompere quel circolo vizioso che si è innescato. Bisogno-abbuffata-senso di colpa.
Prova a guardarti dentro e indagare sulle tue fragilità. Senza sensi di colpa ma con il desiderio di provare a superarle.
Già guardarti dentro sarà un primo passo per trovare delle strategie alternative alle abbuffate.