Nutrirsi all’altezza

Seduti a tavola siamo tutti uguali, ma l’altezza di ciascuno è diversa. Ha un ruolo primario nel condizionare la personale capacità di consumare gli alimenti. Chi è più alto consuma più energia rispetto a chi è più basso. Occorre, dunque, nutrirsi secondo la propria statura, a ogni età. L’altezza condiziona il metabolismo cellulare e il peso. Statura contenuta vuol dire minore massa magra muscolare e struttura corporea più limitata che richiede meno energia. Una persona bassa dovrebbe decisamente mangiare meno rispetto a una alta perché ha una composizione corporea diversa.

 
 

QUESTIONE DI ETÀ

 

Con il passare degli anni, inoltre, si può avere una riduzione dei centimetri di statura, anche significativa. La causa più frequente sono l’osteopenia e l’osteoporosi, patologie che determinano una riduzione della massa ossea, con deterioramento dell’architettura delle vertebre: l’altezza delle singole vertebre e gli spazi intervertebrali si riducono. Avviene un cedimento del tessuto connettivo delle ossa e, in particolare, una degenerazione del collagene, proteina primaria nel “connettere” le cellule ossee tra loro e garantire la loro adeguata nutrizione, con rifornimento di calcio, aminoacidi e vitamina D. La riduzione dell’altezza è un serio indicatore della personale età biologica che può essere superiore a quella anagrafica.

 

Perdere centimetri in altezza vuol dire aver compromesso il sistema osseo, ma soprattutto il tessuto capace di “connettere” le cellule tra loro. Favorisce, inoltre, un incremento della curvatura della colonna vertebrale con una vistosa cifosi (gobba dorsale), condizione che causa una limitazione alla ventilazione polmonare, con alterazione del respiro e dell’ossigenazione. La riduzione dell’altezza procura anche una diminuzione del metabolismo cellulare: così si riduce la capacità di “bruciare” il carico alimentare giornaliero e il grasso corporeo aumenta. La statura che diminuisce, dunque, è un indicatore di cedimento strutturale dell’intero organismo, da fermare con decisione!

 
 

COSA FARE?

 

Contro la perdita di altezza occorre introdurre almeno un grammo di calcio al giorno, associato a una dose corretta di vitamina D che si ottiene solo per il 10 per cento con il cibo: pesci, perle di olio di fegato di merluzzo, uova di gallina, funghi, burro. Il calcio, invece, può essere assunto attraverso latte e yogurt. Piano con i formaggi (meglio quelli freschi e molli), da consumare non più di due volte alla settimana. Un eccesso di formaggi e proteine animali, acidifica il corpo e fa perdere calcio dalle ossa. A questo proposito bisogna controllare il pH dell’urina: se è acida favorisce calciuria e formazione di calcoli renali e vescicali. Un’altra fonte di calcio sono i vegetali: topinambur, rucola, indivia, spinaci, carote crude, sedano, radicchio rosso, finocchi crudi, fragole, papaia, melone, fagiolini verdi crudi, piselli e ceci. Fornisce calcio anche l’acqua minerale con residuo fisso superiore a 500 milligrammi per litro.

 
 

LE ANALISI GIUSTE

 

Nel caso in cui l'altezza si dovesse ridurre, consiglio di fare le seguenti analisi: vitamina D, paratormone, osteocalcina e calcemia nel sangue; idrossiprolinuria e calciuria nell’urina.

 
 

Prof. Pier Luigi Rossi

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Dieta Social Magazine n. | Editore: Media Share srl - Via Marco Polo 55 - Rende (CS) | Direttore responsabile: Stefania De Napoli | Reg. Stampa Trib. CS n° 1/2020 - Settimanale | ISSN 2724-3044

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