Care amiche e cari amici, ben ritrovati
Le parole di una dietina mi offrono l’occasione per ribadire, l’importanza di mangiare per fame e non per riempire vuoti interiori affettivi o esistenziali. Ecco la sua efficace lettera:
“Ho perso 14 chili, ho ripreso i miei allenamenti e la cosa nuova rispetto agli altri miei sali-scendi è che non penso più al cibo, alla dieta... anzi assaporo lo stile alimentare DS perché mangerei proprio così, come se non seguissi uno schema dimagrante....e se capita qualche occasione conviviale non ho paura di sgarrare, di esagerare... La vivo senza pensieri e al massimo il giorno dopo faccio il digiuno consapevole.... Per me lo sport è vita... è veramente molto più importante del buon cibo...e ne so qualcosa perché tra l'altro mi piace tantissimo cucinare!!! Dirò di più... Questa nuova filosofia mi ha fatto ancora più apprezzare il buon cibo, la buona tavola...Quando ingurgitavo tutto quello che cucinavo non sentivo più neanche fame o il sapore...Mangiare per nutrirsi e non per sfamare i nostri vuoti interiori è molto più gustoso e appagante!!!”
Le parole della nostra amica rappresentano una preziosa testimonianza di chi ce l’ha fatta a distinguere i due tipi di fame e a regolarsi di conseguenza. Cosa non facile… D’altra parte se ci si è iscritti a DS forse è anche per questo motivo.
La prima cosa da fare è dunque discernere, regalando a se stessi la verità sul proprio stato emotivo. Se l’analisi porta ad identificare la natura emotiva dell’attacco di fame, il secondo passo sarà decidere cosa fare in proposito. Si potrà optare per una camminata/corsa/visita ad amici, ecc. finchè l’attacco di fame nervosa non passi.
Quest’ultimo passa tanto più in fretta, quanto più ci si allontana dalla dispensa e quanto più si distrae la mente. Il terzo sarà godere del proprio cambio di abitudine e degli effetti positivi che ne scaturiscono.