Le lenticchie, sono tra i legumi più coltivati e consumate al mondo, soprattutto in Asia e nell’America Centrale e Meridionale. In Italia, il loro uso è frequente, proposto moltissimo anche nella prima infanzia e nelle loro diverse varietà.
La pianta di lenticchia può raggiungere un’altezza massima di circa 45 cm, la sua radice è ricca di tubercoli radicali in cui troviamo batteri del genere Rhizobium. Questi batteri vivono in simbiosi con la pianta, ne ricevono nutrimento e fissano l’azoto atmosferico convertendolo in una forma che può essere assorbita dalla leguminosa e utilizzata quindi per produrre aminoacidi. È proprio grazie a questa simbiosi che le lenticchie presentano un contenuto di proteine triplo rispetto a quello di cereali come grano e riso.
I semi di lenticchia possono essere di forma e colore variabile, esistono infatti lenticchie dal seme molto grande e piatto ed altre dai semi più minuti e tondi. Il colore dei semi cambia a seconda delle varietà e può essere verde, marrone, nero, giallo, rosso o arancio.
A livello nutrizionale le lenticchie sono principalmente ricche di carboidrati, quasi nullo il contenuto di grassi, alto anche il contenuto di proteine, un apporto rilevante per un alimento di origine vegetale: si tratta di proteine di media qualità che presentano un buon contenuto dei vari aminoacidi fatta eccezione per i due solforati, metionina e cisteina. Buono l’apporto di folati e di vitamine del gruppo B, rilevante il contenuto di minerali, in particolare ferro, zinco, magnesio, fosforo, rame e selenio. E’ da sottolineare che il ferro presente nelle lenticchie è assorbito con una certa difficoltà, ma si può ovviare a questo problema consumando nello stesso pasto un alimento ricco di vitamina C che rende possibile un migliore assorbimento dei questo prezioso minerale.
Il consumo di lenticchie può aiutare a prevenire il rischio di patologie cardiovascolari, vista la riduzione del colesterolo totale e di quello LDL. Ciò è dovuto a diversi fattori: l’elevato contenuto di fibre determina la riduzione dell’assorbimento intestinale del colesterolo presente nei cibi, l’elevato apporto di folati può contribuire alla riduzione di omocisteina, sostanza i cui livelli plasmatici sono correlati con aumentato rischio cardiovascolare, e il buon contenuto di magnesio e potassio può essere tra i fattori in grado di ridurre la pressione sanguigna.
Le lenticchie contengono particolari carboidrati appartenenti ai cosiddetti Fodmap , sostanze che in soggetti sensibili possono provocare disturbi gastrointestinali. Tuttavia il contenuto di questi carboidrati, nelle lenticchie, è più basso rispetto agli altri legumi, pertanto anche i soggetti sensibili possono consumarle nelle giuste quantità.