Fame nervosa, volume 1

Care amiche e cari amici, ben ritrovati.

Dopo i festeggiamenti degli scorsi giorni, riprendiamo il nostro viaggio, avendo chiaro che il periodo che stiamo vivendo è obiettivamente difficile anche se la situazione è sicuramente più serena rispetto ai mesi scorsi. Il periodo di maggiore permanenza in casa, mentre facilita alcuni aspetti della nostra vita (riduzione dello stress per servizi esterni, lavoro, ecc.), dall’altro lato può mettere le persone in condizioni più vulnerabili rispetto al cibo.

E’ questo il caso di tante nostre amiche che ci confidano di avvertire la necessità di cibo in continuazione. Ovviamente la scelta ricade su alimenti non del tutto salutari. Le nostre Dietine hanno descritto in modo sintetico ed efficace la fame nervosa o emotiva, una fame non fisiologica, ma dettata dallo stato emotivo della persona. Ciò le induce a mangiare fuori pasto, probabilmente continuamente dalla mattina alla sera e questo, naturalmente, la rende ancora più nervose e insicure. Le persone che soffrono di questo disagio, cercano di acquietare il loro nervosismo che percepiscono lucidamente, con ciò che hanno più a portata di mano, vale a dire il cibo.

Naturalmente si tratta di un’illusione poiché il sollievo all’ansia è solo momentaneo e per durare di più occorre mangiare di continuo.

Allora che fare?

Seguiamo un mini-percorso per analizzare insieme questo fenomeno e trarre poi indicazioni in merito.

COSA FARE

1) Innanzitutto quello che hanno fatto le nostre Dietine è molto importante: riconoscere la situazione, ossia che la loro fame non è fisiologica, ma nervosa. Questo è il primo grande e più importante passo perché ci fa capire che non è una fame dettata dal nostro organismo a corto di nutrimento, ma una fame di altra natura, e perciò come tale dev’essere affrontata.

Già ma come si fa a capire che tipo di fame abbiamo?

Ecco alcune indicazioni utili

La fame fisica, o fame propriamente detta, è un insieme di segnali che il nostro corpo ci invia quando le sue riserve di energia stanno finendo: lo stomaco “brontola”, si contrae (il così detto “buco allo stomaco”) e se siamo a digiuno da troppe ore, avvertiamo mal di testa o un lieve capogiro, insieme al bisogno di mangiare generalizzato, non focalizzato su un tipo di alimento esclusivo. Non è urgente, ma è differibile, concedendoci il tempo per scegliere e preparare il cibo.

La fame emotiva è invece un impulso che proviene dalla nostra “testa” e non dal nostro corpo che ci spinge a mangiare per “distrarci” da stati emotivi disturbanti (ansia, noia, solitudine, rabbia, ecc.). In genere con la fame emotiva ci si sente spinti a consumare cibi calorici o in grande quantità (comfort foods), anche in assenza di una fame fisiologica.

E voi care amiche e caro amici, siete in grado di riconoscere i segnali del vostro organismo riguardo alla fame?

P.S. In attesa di cambiare atteggiamento verso il cibo, è opportuno tenersi lontani dalla cucina/dispensa trattenendosi magari di più nelle altre stanze dell’abitazione, dove ci si può impegnare a leggere, scrivere, ascoltare musica, telefonare, ecc.

Aspetto dunque le vostre risposte e i vostri commenti in proposito.

Un saluto affettuoso a tutte/i🧡

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Dieta Social Magazine n. | Editore: Media Share srl - Via Marco Polo 55 - Rende (CS) | Direttore responsabile: Stefania De Napoli | Reg. Stampa Trib. CS n° 1/2020 - Settimanale | ISSN 2724-3044

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