Ogni tanto sarà capitato a tutti. Essere a dieta, ligi, precisi, fino a che non si cade nel c.d. effetto “chissenefrega”.Il Dott. C. Peter Herman, ricercatore presso l’Università di Toronto, nel corso di uno studio su cibo ed auto-controllo, scopri quello che lui soprannominò l’effetto "chissenefrega".il Dott. Herman invitò nel suo laboratorio un gruppo di partecipanti, a cui era stato chiesto di digiunare nelle ore precedenti l’esperimento. Arrivati in laboratorio, ad alcuni di essi fu dato dato un piccolo frappé, giusto per fermare la fame; ad altri furono dati due frappé giganti, in grado di saziare anche un elefante; ed infine all’ultimo gruppo non fu dato nulla. Obiettivo dichiarato dello studio: avere l’opinione dei partecipanti sul sapore di alcuni snack.Il dott. Herman iniziò a testare attentamente il comportamento dei partecipanti di fronte ad un enorme contenitore pieno di deliziosi snack.Chi non aveva mangiato nulla, divorò decine di snack; chi aveva avuto il frappé piccolo, mangiò una quantità moderata di snack; e chi aveva ingurgitato i due frappé giganti, si limitò ad annusare qualche snack e scrivere le proprie opinioni a riguardo.Ma la sorpresa arrivò con i partecipanti che in quel periodo stavano seguendo una dieta alimentare. Paradossalmente le persone a dieta, che avevano bevuto due frappé, mangiarono mediamente una quantità molto più alta di snack, rispetto agli altri partecipanti. Fu a questo punto che il dott. Herman ed i suoi collaboratori compresero che cosa stesse avvenendo e chiamarono questo curioso fenomeno effetto “chissenefrega”.Perché ciò accade? Perché in genere quando ci si pone un obiettivo, come quello della perdita di peso attraverso una dieta, si ha in mente un certo comportamento giornaliero ottimale. Nel momento in cui, per un qualsiasi motivo, si devia da questa rigidità si considera tutto perduto e irrecuperabile. E a questo punto si mollano completamente i freni inibitori e si materializza un solo pensiero: “a questo punto… chissenefrega“. L’inizio della fine. Qualsiasi obiettivo viene accantonato come irrimediabilmente perso e ci si lascia andare alle vecchie abitudini delle abbuffate incontrollate e della pigrizia.Prendere consapevolezza dell’effetto “chissenefrega” è già un ottimo inizio. Guardarlo in faccia e dire di non cadere più nella sua trappola ci aiuterà a sentirci più forti, ogni volta che staremo per mollare la presa.Ma esistono anche strategie pratiche per avere maggiore costanza.Dai il giusto ritmo alla tua giornata sin dalle prime ore del mattino per evitare l’effetto “chissenefrega”.Poi cerca di rifuggire la perfezione, pensa che se riesci a rispettare i tuoi buoni propositi già per la quasi totalità significa che va tutto più che bene, le piccole ”deviazioni” non invalideranno l’intero risultato e sarà sempre meglio che buttare via l’intera giornata.Pensa che non puoi avere il controllo su tutto: ci saranno sempre giornate difficili, eventi inaspettati o magari ricercatori che ti offrono due frappé giganti ahaha ! Impara ad accettare le cose come arrivano. Il percorso verso il successo non è mai lineare, capita di progredire spediti ma anche di fare una caduta, l’importante è non fermarsi.
Tieni traccia dei tuoi progressi. Cadiamo nell’effetto “chissenefrega” quando ci convinciamo che un singolo sgarro abbia mandato tutto all’aria . Non è così, ma provando a tener traccia del nostro percorso avremo davanti agli occhi tutto ciò di cui siamo capaci di fare e che non vale la pena buttare all’aria. O no?Vi è capitato di ritrovarvi nell’effetto “chissenefrega”? Avete imparato a controllarlo da quando siete su Dieta Social? Vi leggo!