Ogni notte il fegato produce colesterolo, fondamentale per ottenere ormoni e vitamina D. È una molecola vitale: nell’organismo ne abbiamo 150 grammi. Ogni litro di sangue contiene almeno due grammi di colesterolo. Ogni cellula può sintetizzarlo, ma la maggiore produzione avviene nel fegato e nella cute, durante la notte. Esiste il colesterolo esogeno, proveniente dagli alimenti e il colesterolo endogeno, prodotto dalle cellule. La cattiva alimentazione ne può apportare al massimo 300 milligrammi in una giornata. Quindi il ruolo diretto di introduzione del colesterolo alimentare è limitato. Può incidere per il 10-15 per cento circa sul valore complessivo. Con questa affermazione desidero evidenziare che fare la scelta degli alimenti sì oppure no per il controllo del colesterolo totale, non ha molto valore scientifico. Non è solo il colesterolo che introduciamo con l’alimentazione a condizionare il suo valore nel sangue, quanto quello che produciamo e, in particolare, quello che consumiamo. Ad esempio, una donna in età fertile utilizza il colesterolo per produrre il progesterone e gli estrogeni. Durante la menopausa il processo non avviene perché la ghiandola ovarica è ferma. Ciò significa che il colesterolo non è usato per produrre questi ormoni del profilo femminile. Per una riduzione di consumo, dunque, il colesterolo aumenta. Ciascuno ha la sua dose personale di colesterolo. Si accetta come valore guida naturale 200 milligrammi-100 millilitri nel sangue.
COSA BISOGNA FARE
Il mio consiglio è quello di limitare gli alimenti di origine animale, ricchi di acidi grassi saturi, limitare la dose giornaliera di carboidrati che possono essere trasformati in acidi grassi saturi nel fegato. Al contrario, incrementare il consumo a tavola di pesce e di alimenti di origine vegetale come verdura, legumi, cereali interi, frutta e centrifugati.
Professor Pier Luigi Rossi