Care amiche e cari amici ben ritrovati.
Stasera vorrei tornare a parlarvi del legame che esiste tra cibo e passionalità. Talvolta essere in sovrappeso o obese/i può far sentire una persona – donna o uomo – al riparo da qualcosa che teme, in questo caso la propria sessualità. Ciò può valere in generale o può essere un rimedio estremo verso qualcuno da cui si è o ci si sente aggrediti e che comunque non ci piace.
È come se quel grasso rappresentasse una copertura non solo simbolica, ma proprio materiale della persona; copertura che ci rassicura, mettendoci al riparo da sguardi e desideri. Alcune volte tutto questo è l’esito doloroso di traumi psicologici che inducono la vittima a scegliere di schermarsi fisicamente. Altre volte, soprattutto se la sessualità è vista come un tabù, ricoprirsi di grasso equivale a non esporsi, evitando così di affrontare un’area problematica.
Come abbiamo detto più volte, il cibo e l’uso che ne facciamo si intrecciano sempre con la nostra storia personale, con i nodi da sciogliere che ancora abbiamo e con quelli, invece, già sciolti. Arrivare a consumare del buon cibo serenamente, senza sensi di colpa, ma anzi con gioia, è un traguardo augurabile per tutti, così come quello di vivere serenamente e gioiosamente la propria intimità, senza sprecarla, anzi valorizzandola.