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Come combattere il reflusso gastroesofageo

È una malattia caratterizzata dalla risalita del contenuto gastrico dallo stomaco all’esofago e talvolta fino alla bocca. Si tratta, in realtà, di un fenomeno che si verifica quotidianamente anche nei soggetti che non presentano disturbi e che diventa patologico nel momento in cui gli episodi sono molto frequenti e fastidiosi. Scopriamo come prevenire e affrontare questa patologia.

 
 

LE CAUSE

 

Il principale responsabile della resistenza al reflusso è il cardias (struttura muscolare a valvola situata tra esofago e stomaco) che, con la sua chiusura e apertura coordinata con la deglutizione, fa sì che il cibo non risalga dallo stomaco. Quindi, un cardias debole rappresenta spesso il problema da correggere. La presenza di ernia iatale non costituisce di per sé una condizione sufficiente a provocare il reflusso. Infatti, molti soggetti con ernia iatale non presentano né sintomi di malattia da reflusso, né esofagite. Anche un cattivo funzionamento dello stomaco, dovuto a un ritardo del suo svuotamento, costituisce un fattore di insorgenza, per questo i sintomi si manifestano perlopiù dopo i pasti. Obesità e un marcato sovrappeso costituiscono fattori predisponenti.

 
 

I SINTOMI

 

Pirosi: è il disturbo più frequente e caratteristico. Consiste nella sensazione di bruciore che si avverte alla bocca dello stomaco o dietro lo sterno con irradiazione al collo, alla mandibola, alle braccia, alle scapole e persino alla schiena. È spesso intermittente, anche se si presenta con maggiore frequenza dopo i pasti e nelle posizioni che favoriscono il reflusso, come quella supina o con il busto ripiegato.

 

Rigurgito: consiste nella risalita spontanea nell’esofago di liquido, acido o amaro, o addirittura di cibo. Il dolore dietro allo sterno può verificarsi lontano dai pasti ed è dovuto all’irritazione di recettori dolorifici presenti nella parete dell’esofago. Altri sintomi (deglutizione dolorosa, difficoltà della progressione del cibo attraverso l’esofago) sono espressione di una malattia più avanzata o complicata.

 

Raucedine, tosse secca e asma: si verificano quando il materiale del reflusso raggiunge la bocca, irritando così la faringe e le corde vocali o addirittura la trachea o le vie respiratorie. Oltre ai sintomi descritti, che possono presentarsi da soli o associati, la conseguenza diretta dell’azione irritante delle lisecrezioni gastriche sull’esofago è rappresentata dall’esofagite, cioè l’infiammazione della mucosa esofagea.

 
 

4 MODI PER SCOPRIRLO

 

1. La gastroscopia rappresenta il primo esame per valutare lo stato di irritazione dell’esofago, la presenza di grosse ernie jatali e l’eventuale presenza di complicanze (ulcere, stenosi o Esofago di Barrett). Si utilizza uno strumento flessibile che, attraverso la bocca o il naso, raggiunge il duodeno e visualizza direttamente le immagini su un video.

 

2. L'esame radiologico delle prime vie digestive (RX Digerente) è indispensabile, invece, per valutare la presenza e l’estensione di ernie jatali e stenosi dell’esofago ed è indicato nei casi di difficoltà al transito del cibo. È un esame poco invasivo.

 

3. La manometria esofagea misura l’effettiva forza di chiusura del cardias e la sua apertura, ma è anche in grado di evidenziare la presenza di ernie jatali e le alterazioni nei movimenti esofagei. Si esegue con un sondino molto piccolo che viene introdotto da una narice, dura circa 30 minuti ed è ben sopportata dai pazienti.

 

4. La PH-metria esofagea documenta la quantità di acido che refluisce in esofago, indica pertanto la gravità della malattia e le sue caratteristiche. Prevede l’introduzione di un sondino di 2 mm di diametro attraverso il naso per una durata di 24 ore, e serve a capire se il reflusso è presente solo in posizione supina o anche eretta, con lo scopo di predisporre una terapia mirata. Esiste poi un ulteriore tipo di pH-metria (pH-metria telemetrica): una piccola capsula posizionata in esofago radiotrasmette i segnali a un registratore esterno per 48 ore.

 

A TAVOLA

 

Ci sono alcuni alimenti da limitare per evitare l’aggravarsi dei sintomi e prevenire il reflusso: oli, menta piperita e menta verde. Anche agrumi e succhi di agrumi, caffè (normale e decaffeinato) e pomodoro irritano la porzione inferiore dell’esofago e devono essere limitati. La muscolatura dell’esofago può essere indebolita anche altri fattori come il fumo e le gomme da masticare. Altre raccomandazioni sono quelle di assumere piccole porzioni di cibo durante i pasti; non andare a letto subito aver mangiato ed elevare la testata del letto di circa 20-30 cm.

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Dieta Social Magazine n. | Editore: Media Share srl - Via Marco Polo 55 - Rende (CS) | Direttore responsabile: Stefania De Napoli | Reg. Stampa Trib. CS n° 1/2020 - Settimanale | ISSN 2724-3044

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