L’arte di cucinare ha qualcosa in comune con l’arte di amare”. Questo è quanto affermano Michel de Certeau e Luce Giard nel loro bel libro The Nourishing Arts. Ma cosa dice la scienza ufficiale? Il comportamento alimentare ha molto in comune con il comportamento sessuale. Sia il cibo che l’attività sessuale hanno garantito per millenni la sopravvivenza della specie. I centri della fame e del sesso hanno, inoltre, la stessa localizzazione cerebrale, gli stessi circuiti neuroendocrini e sono controllati dagli stessi ormoni. Entrambe queste motivazioni innate spingono il comportamento umano alla ricerca del piacere. Nella prima infanzia tali motivazioni coincidono. E, dunque, per il neonato succhiare il latte attaccato al seno materno rappresenta l’apice di ogni desiderio. Con il tempo queste due motivazioni si differenziano, sebbene restino pur sempre abbinate nello sfondo, se pensiamo, ad esempio, che anche nel comune linguaggio si dice “prendere per la gola”, per indicare la seduzione attraverso il cibo.
CONSUMATORI PIÙ CONSAPEVOLI
Nel linguaggio scientifico si usa, inoltre, il termine appetito sessuale per indicare il desiderio sessuale, proprio come per indicare il desiderio di cibo si dice appetito. Allo stesso modo si usa dire consumare un pasto, così come si dice consumare un rapporto sessuale.
Queste considerazioni possono dar luogo a diverse deduzioni su noi stessi…
✓ Proviamo piacere all’idea di mangiare?
✓ Siamo capaci di variare il nostro menu senza annoiarci?
✓ Usiamo la nostra fantasia per rendere il pasto un momento piacevole, distensivo, ricaricante?
✓ Sappiamo godere appieno del momento conviviale?
✓ Preferiamo i sapori industriali o quelli che inventiamo noi?
Rispondere sinceramente a queste domande ci renderà consumatori meno passivi e più consapevoli, a tutto vantaggio della nostra salute e del nostro… piacere!
Enza Paola Cela, psicologa della nutrizione