Care amiche e cari amici, ben ritrovati.
Mi soffermo oggi su un problema che accomuna tante/i di voi: i disturbi alimentari. Prendo a prestito le parole di una dietina che ci confessa di riversare ogni sua ansia interamente sul cibo
I problemi di cui parla sono molto comuni nel nostro mondo occidentale opulento, dove abbonda l'offerta di cibo, il quale risulta essere sempre pronto e disponibile in ogni angolo delle nostre città. È la prima volta nella storia umana che l'uomo si trova ad affrontare l'eccedenza di cibo e non avendone esperienza ne fa una scorpacciata anche in assenza di fame (bulimia) o non ne assume fino a morire, pur avendone necessità (anoressia). Tra questi due estremi si situano tutte le altre condizioni patologiche associate al cibo (sindrome da alimentazione notturna, vigoressia, drunkoressia, pregoressia, ortoressia, ecc.). Si tratta dunque di disturbi veri e propri che se affrontati in tempo e con l'aiuto di specialisti qualificati possono conseguire risultati incoraggianti.
La nostra amica però afferma che ha già provato tante cure ("migliaia") e che ora spera solo di trovare nuove strategie, essendosi rassegnata a convivere con la bulimia. Cosa suggerire allora alla nostra amica e a chi si trova nella stessa situazione?
Di non arrendersi mai e di farsi aiutare presso i centri accreditati. Contemporaneamente l'appartenere a questo gruppo di DS segna la differenza con il passato, poiché ora non è sola e può contare sul supporto e incoraggiamento di migliaia di persone che combattono unite la battaglia della salute e della gestione di sé, ricavandone soddisfazione e gioia. Il problema, infatti, non è solo quello di non mangiare in assenza di fame ma di reimpostare la propria giornata su obiettivi costruttivi anziché autodistruttivi.
Cosa fare allora quando sta per arrivare l'impulso che sembra irrefrenabile a mangiare? Distrarsi, distrarsi e distrarsi. Può uscire di casa o scrivere sul gruppo, mettersi in contatto con le dietine della sua città, telefonare, ecc. Il problema vero è avviare una nuova abitudine non solo alimentare ma di stile di vita.
E voi care amiche e cari amici, che ne pensate? Avete già affrontato una situazione simile?